Stiamo lasciando il Mar Mediterraneo. Sono quasi tre ore che siamo in volo. Era un bel po’ che non venivo a Malpensa. L’ultimo viaggio “serio” che ho fatto è stato a Dubai ed era prima dell’Expo. Era prima della Bambi.

L’aeroporto è cambiato, la zona partenze è piena di negozi di lusso, una cantina di vini pregiati, un baretto dedicato al Ferrari. Mangiamo un pezzo di pizza e beviamo una birra da due soldi (che però, come dice qualcuno, “ci prepara all’indirizzo”).

Fra tre ore Doha, poi Delhi e infine Jodhpur. La nostra luna di miele inizia con un viaggio lunghissimo che ci porta a Oriente, la nostra casa per le prossime due settimane.

Voliamo Qatar, volo pienissimo di gente che torna a casa dopo le vacanze, probabilmente da qualche parente in Italia. Molti filippini, alcuni pakistani, moltissimi arabi, qualche italiano. Dopo una cena classica da aeroplano, hanno abbassato le luci e sorvoliamo l’Egitto. La rotta prevede ora di attraversare il Nilo e arrivare sulla penisola araba.

Sono ancora stanca. La giornata di ieri, così densa di eventi ed emozioni, mi ha lasciata ancora provata. Il vino rosso sudafricano bevuto a cena non sta aiutando la ripresa. Le luci blu della notte in aereo, la voce di qualche bambino qua e là, il rumore dei motori, due colpi di tosse. La notte in aeroplano è sempre stata immobile per me; una notte finta, artefatta, creata per abituarti a un luogo dove magari transiti solo per un paio d’ore e poi vai. Verso altri luoghi e altri fusi.

Un bambino piccolo in un tutone di Topolino mi fa un sorriso. Penso alla Bambi, che è a casa, che sta bevendo il latte, magari un biscotto ed è già col pigiama, pronta per la nanna. Mi manca già, ma so che è in buonissime mani e so che lei sarà brava. Come sempre. Perché anche lei è di razza “non doma”, ma anche lei “dove la metti, sta”.

La nostra luna di miele è iniziata. Le nostre scarpe hanno la polvere di vecchi sentieri, ma sono pronte a conoscere nuovi orizzonti.

(pubblicato all’Aeroporto Internazionale di Doha, Qatar, Gate B9)