Arriviamo a Delhi in ritardo, ma non é un vero ritardo. Da programma avremmo dovuto lasciare Agra al mattino presto, ma abbiamo sconclusionato un po’ le cose e siamo arrivati lunghi. Così lunghi che non ci siamo sentiti in colpa neanche per un attimo, quando l’autista ci ha proposto di pranzare ed eravamo proprio di fronte ad un Pizza Hut. Si perché dopo 10 giorni di cibo indiano intervallato da cibo cinese, tutto sommato una pizza ci stava.
Quindi pizza Chicken Pepperoni e altre quattro ore di strada fino a Delhi.
La strada per Delhi da Agra é un’autostrada a 4 corsie (per senso di marcia), con guardrail da entrambe le parti e il limite di velocità a 80 km/h. In sostanza forse l’unica strada sicura che abbiamo visto finora é l’unica che obbliga tutti ad una velocità lentissima. Che trasforma 200 chilometri in un martirio. Ci fermiamo in una specie di autogrill, perché l’autista ha un po’ sonno (e ci credo, 200 chilometri agli 80 e la pizza nella pancia!), noi beviamo un succo di mango (rigorosamente confezionato!) e siamo pronti per ripartire.
L’ingresso a Delhi é anche più lungo del tratto esterno, un traffico compatto ci fa procedere molto molto lentamente fino all’India Gate, che vediamo da lontano perché si sta già preparando la parata del 26 gennaio, quando si celebra il giorno della Repubblica.
Tutte le strade principali saranno chiuse e i militari, partendo dalla casa del Presidente, sfileranno fino all’India Gate, mentre noi staremo atterrando a Malpensa.
L’autista, visto che é l’ultimo giorno, ci accompagna fino davanti alla casa del Presidente, tutta addobbata di luci bianche e con la banda che fa le prove poco lontano. Giusto il tempo di fare qualche foto, il sole sta già calando e noi dobbiamo arrivare in hotel.
Stanotte dormiamo al The Imperial.