La (dura) vita di un maharaja

Tutti lo sanno: la vita del maharaja é una dura, durissima vita. La guerra, le beghe politiche, gli affari interni… ma quando poi si ritira nella sua umile dimora, che sia un palazzo o un semplice forte sopra ad un monte, come vive la sua quotidiana vita di pover’uomo? 
Ecco un elenco (per carità, senza pretesa di essere esaustivi) di alcune delle caratteristiche salienti del maharaja, con particolare riferimento a quello di Jaipur, del quale abbiamo avuto più informazioni. 

1. Si diventa maharaja per successione. In teoria é il primo figlio maschio ad ottenere il titolo, nella pratica poteva capitare che fosse semplicemente il figlio della moglie preferita. 

2. Le donne indiane in passato si coprivano il volto perché il maharaja aveva la delicata accortezza di scegliere come moglie, o concubina, anche donne qualunque che incontrava per strada o nei villaggi che andava a saccheggiare (sua attività principale).

3. Dopo circa una decina d’anni, alle donne (ormai intorno ai trenta) veniva affidato un pezzetto di terra da gestire e tanti saluti “perché donne dopo trenta anni maharaja non ha più di bisogno”.

4. La gestione di tante donne all’interno dello stesso palazzo prevedeva anche una questione logistica non da poco. Normalmente il maharaja faceva costruire un corridoio a cui si affacciavano le stanze di tutte le donne, così che lui, di sera in sera, potesse scegliere la sua preferita senza creare gelosie fra le altre. 

5. All’interno del palazzo c’era comunque una stanza dedicata agli “incontri romantici”. Il letto del maharaja era sempre basso, circa una spanna da terra, in modo che le pratiche del kamasutra fossero più sicure. In questa stessa stanza era presente una sorta di sistema di aria condizionata che, insieme a stuoie di erba bagnate d’acqua, manteneva il clima fresco anche nei torridi mesi estivi. Nella stanza, inoltre, é ancora presente un piccolo pozzetto con ricircolo dell’acqua, così da tenere in fresco bevande e whiskey. 

6. Le donne facevano il bagno tutte insieme in un cortile dedicato, al quale il maharaja poteva affacciarsi senza essere visto. In questo modo poteva vederle nude e capire se gli avevano detto bugie (di solito le donne raccontavano di essere incinte perché in questo modo avevano più attenzioni).

7. Gli eunuchi vigilavano sulle donne, soprattutto per evitare che ci fossero legami amorosi fra loro.

8. Quando il maharaja tornava da guerre o battaglie, le donne indossavano i loro abiti migliori e spargevano petali di fiori per dargli il benvenuto.

9. L’abito migliore pesava circa 9-10 chili, a cui si aggiungevano circa 5 chili di gioielli e per questo le donne venivano messe su dei carretti con le rotelline e trasportate. 

10. Le donne potevano assistere a tutti gli eventi politici e mondani del maharaja, ma sempre dietro a delle grate che permettevano loro di vedere e ascoltare senza essere viste. 

11. Negli ultimi anni il maharaja di Jaipur si era appassionato particolarmente al biliardo e oltre ad avere una sala dedicata, aveva anche dei vestiti appositi per il gioco del biliardo. 

12. Anche il polo era uno sport molto praticato. Il maharaja di Jaipur partecipó anche a diversi tornei in Inghilterra, dove morì nel 1970 a seguito di una brutta caduta da cavallo. 

(Foto per il momento non caricabile, a causa del potente Wi-Fi dell’hotel Anuraga di Rathambore)

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