Jodhpur

Mattinata fresca. La nebbia avvolge ancora le case intorno a noi, quando alle otto suona la sveglia. Veloce colazione e pronti a partire.

Jodhpur è la seconda città più grande del Rajastan e conta circa 1,5 milioni di abitanti. Appoggiata sulla piana del Marwar (che vuol dire Terra della Morte, per via della grande siccità che la affligge), Jodhpur in realtà non offre così tante cose da vedere, quindi la giornata passa abbastanza tranquilla. Saliamo in auto al mausoleo di Jaswant Thada, la moglie di uno dei maharaja di Jodhpur. I maharaja hanno smesso di avere potere politico nel 1947, ma nonostante questo il titolo continua ad essere tramandato di padre in figlio anche oggi. Lì vicino il forte Mehrangarh, una roccaforte sulla collina alta 125 metri, ancora oggi proprietà del maharaja che lo usa per fare anche delle piccole feste.

Fu eretto nel 1459 e oggi all’interno accoglie un museo con oggettistica varia, fra cui spiccano le selle per elefanti, le culle per neonati e le miniature con protagonisti i mille mila Dei hindu.

I cortili interni erano usati dagli uomini per le feste e le donne stavano in alto, da dove potevano sbirciare la festa senza essere viste. La stanza più bella, neanche a dirlo, è la stanza da ballo del maharaja, che portava qui le concubine per le “danze”. La stanza è riccamente decorata, ma incompleta. L’artista ha lavorato dieci anni alla realizzazione di questa sala, ma è morto prima di poterla terminare; il maharaja, per rispetto nei suoi confronti, non l’ha mai fatta completare.

Nella galleria che conduce fuori dal forte, il soffitto è pieno di nidi di rondine. Loro fanno capolino curiose dal loro ammasso di terra e piume.

Lasciato il forte andiamo alla torre dell’orologio, che la guida insiste a dire essere simile al Big Ben (che probabilmente non ha mai visto). Tutto intorno il mercato. Io adoro i mercati, ma il giro è corto, le cose sono tante, i motorini passano ovunque e lo smog attacca la gola.

In un piccolo negozio assaggiamo il lassi, la bevanda tipica indiana: joghurt sbattuto con zafferano e cardamomo. Non mi fido molto e ne assaggio solo un paio di cucchiaini. La guida dice che lo joghurt fa bene alla pancia. Vedremo.

Pranziamo in un ristorantino che ha una terrazza che dà sulla piazza, un posto mega turistico ma molto carino. Insieme a noi, due scoiattoli un po’ impertinenti. Due Kingfisher da 66 ci annebbiano la mente quel tanto che basta da poter ritornare sulla macchina e dormire almeno una delle quattro ore di viaggio che ci aspettano. Destinazione: Jaisalmer.

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  1. daniela ha detto:

    Jodhpur: la città blu del deserto.
    Comprato un paio di jodhpur? comodissimi.

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